Close To The Yes

Generazioni distanti chilometri, si riscoprono vicinissime, nell'ordine dei centimetri. Il segreto: la musica. Quella degli Yes.

Ogni buona tribute band che si rispetti pone le sue fondamenta nella passione condivisa, ma nel caso di noi Close To The Edge, l'unicità sta nel fatto che il legame supera le distanze anagrafiche. Sin dall'inizio le nostre ampie differenze di età ci hanno fatto capire il potere nascosto tra i corridoi delle complesse architetture progressive di questa storica band inglese.

Come può un disco come Close To The Edge – da cui prende le mosse il nostro nome – commuovere allo stesso modo sia chi lo ha vissuto negli anni '70, che chi tra noi è nato addirittura vent'anni dopo? Il segreto risiede, lo ribadiamo, nella inossidabilità degli Yes.

Da sempre consapevoli della complessità del nostro progetto – le arditezze strutturali, armoniche e corali della band inglese sono notorie – quando in quel 2016 a Roma ci siamo posti l'obiettivo di rileggere il repertorio degli Yes, prendemmo la decisione di dare lustro principalmente al periodo “classico” del quintetto. Pur dando comunque spazio anche alle pagine più celebri degli anni '80, i grandi classici degli anni '70 sono il piatto forte del nostro menù musicale.

Non abbiamo mai inteso il nostro omaggio come un copia e incolla stilistico, bensì come una rielaborazione consapevolmente non filologica. Fedeli all'originale (yes); cloni dotati della stessa strumentazione ed effettistica (no).

La musica dei nostri beniamini è come una giostra, la celebre Roundabout del leggendario disco Fragile per intenderci. Non bisogna fare altro che salire a bordo e lasciarsi scompigliare i capelli.